Opera in one Act
music by
RUGGERO LEONCAVALLO
(1919, posth.)
orchestration completed by
Giovanni Pennacchio
Libretto by
GIOVACCHINO FORZANO
- dalla tragedia di Sofocle
-
Prima rappresentazione: 13 dicembre 1920
Chicago Opera
More on the history and variants of this score here.
Personaggi
Edipo, (Baritono) Giocasta,
(Soprano) Creonte, (Tenore) Tiresia,
(Basso) Un Corintio, (Baritono) Un
Pastore, (Tenore)
[Una
Guardia, (Baritono) vocal score]
Antigone e Ismene, (Ruoli
muti)
IL CORO.
POPOLO, Guardie, Ancelle, Araldi e Ambasciatori.
La scena è in Tebe - Piazza in Tebe davanti alla Reggia - La Reggia è
a destra - Nel fondo a sinistra strada che sale, serpeggiando, sopra una
collina di ulivi.
Are e statue di Apollo, Diana, e Pallade.
CORO (Interno): Ahi! Ahi! Liberator! Ahi! Ahi!
Ahi! Liberator!
(Mormorio prolungato e crescente di tono—poi più intenso. Il coro è
prostrato davanti alla Reggia.)
[Sipario - vocal score]
CORO: O Sire! Aiuta! Liberatore nostro! Salvezza nostra!
Libera Tebe dal flagello orrendo Che la percuote! Dalla peste
orribile Che la rende deserta. Arido il suolo ed aride le
donne! Uccisor della Sfinge tormentante! Salvezza nostra! Nostro
salvator! Libera Tebe dal flagello orrendo Sire, O Sire! Il tuo
popolo piange, Aiuto, aiuto, il popolo soffre! O Sire! Salvezza
nostra!
(Edipo appare in alto sulla scalinata; guarda un attimo)
EDIPO (tristamente): Padre che vede i figli doloranti
Più di tutti il Re soffre, Più di tutti il Re piange!
Per notti
e notti insonni e tormenate La mia mente pensò! Ma ben più alto
dell'umano consiglio È il consiglio dei Numi! E mio cognato Creonte
volli si recasse a consultare Apollo. (accenando avanti a
sè) Di rose in coronato egli a noi torna. Ora ascolte o genti il
divino responso! (il popolo si volge e fa largo a Creonte)
CREONTE: Mio Re! Popolo mio!
Io vengo a rivelarvi il responso
d'Apollo.
EDIPO: Propizio fu?
CREONTE:
Propizio!
EDIPO: Divino Apollo! Tutelare Nume Onori, feste,
sacrifizi a te!
CORO: Divino Apollo! Tutelare Nume Onori, feste,
sacrifizi a te!
Onori a te! A te, divino Apollo!
(Un cenno di Edipo frena tutto)
EDIPO: Parla, Creonte!
CREONTE: Ecco il responso dell'oracolo delfico io ti rivelo,
o Re! Subitamente tal flagello orrendo nel negro averno
tornerà. E la città de potrà
E cheggiare di festosi concenti!
E
alfin la pace splenderà serena, L'antica gioia regnerà Su Tebe nostra
ancor! Solo ad un patto...
EDIPO:
Adempiuto sarà!
CREONTE: Febo comanda di punir l'uccisore Di Re Laio, il
tuo predecessore! La sua impunità è cause del flagello, È causa
sola!
EDIPO: Lontan si trova l'assassino?
CREONTE: In Tebe!
EDIPO: In Tebe! In Tebe? E che più allor si tarda? Il nome
suo! Il nome! E ame sia tratto!
CREONTE: Edipo! Ascolta! Tacque il nome l'oracolo!
EDIPO: Udiste, o genti? Certo fra voi v'è Chi conosce il
nome dell'uccisor di Laio! Sia gridato questo nome fatale! Sia
rivelato al Re! (Silenzio tragico) Voi tacete? ...Tacete?
CREONTE: Edipo, se tu vuoi, L'indovino Tiresia potrà
rendere
Completo e chiaro il vaticino delfico.
EDIPO: Va per Tiresia, e tosto!
...A voi Tebani intanto cosi parlo! Se alcun di voi sa per qual man fu morto il Re Laio, Gli
impongo rivelarlo! Se alcun conosca il nome e nol riveli,
Bandito
sia dai riti e sacrifizi! A lui conteso sia i Numi adorar! E amore,
famiglia, tutto qui nel mio regno a lui negato sia! E se in mie case
occulto rimanesse, Me conscio il reo, su me stesso impreco Quel che
ad altri imprecai. Gente! Così comanda Sire Edipo!
CORO (momorante:) Quel nome è ignoto o Sire! un
conosce il nome dell'uccisor di Laio! Ecco! Tiresia vien!
EDIPO: Il mistero squarciato alfin sarà!
(accompagnato da Creonte arriva il cieco Indovino. Creonte lo fa
soffermare davanti alla Reggia.)
EDIPO: Tu sei dinanzi al Re! Sacerdote d'Apollo, Il Re
ti chiede di completare il detto dell'oracolo! Rivelare di Laio
l'uccisore e salvar Tebe. Ebben rivela, rivela il nome di chi Laio
uccidese, E salva Tebe! E salva il Re!
(Pausa.)
TIRESIA: Lascia ch'io torni alle mie case! Lascia ch'io
non risponda a quanto chiedi. (si avvia)
EDIPO: Ferma!
Negato è al tuo potere di squarciare talveto? Conosci l'uccisore?
TIRESIA: Lo conosco!
EDIPO: Rivelarlo non vuoi?
TIRESIA: Nol vo'!
EDIPO: Tiresia! Ah! Tu non vedi con quanta strage
inesorabile La morte qui falcia! Tu non vedi i corvi tetri a sera
calare A nembi sulla città or cimitero orrendo!
Ma [tu senti I tristi gemiti Le grida disperate Che invocano pietà!]
Ora senti la voce
del tuo Re che trema,
E trema, a la voce avvezza al comandar!
E implora
piangendo: Deh! Salva Tebe!
Col rivelare il nome dell'uccisor di Laio!
TIRESIA: Meglio per te non saperlo mai. (fa per
andarsene)
EDIPO: Folgore è l'ira del Re Edipo! Svela tal nome!
TIRESIA: No!
EDIPO: Messagera di morte sul tuo capo Alzo la spada
fiammeggiante!
CORO: Tiresia!
TIRESIA: Audace! Mi costringi a parlar? Sventura a te!
Dannasti al bando l'uccisore di Laio?
Ebbene: Edipo, prendi il bastone
del viator e vanne lontano! L'uccisor di Laio, l'infetator di
Tebe Sei tu!
EDIPO: E di Creonte oppur tua questa trama?
CREONTE: Edipo?!
EDIPO: Taci! Creonte, amico un dì Or mio congiunto, per
usurparmi il trono
Ai danni miei congiura! [O guardie! In
catene!]
[Entrambi a morte!
] A morte! Entrambi! Il Re vi danna!
[CORO:
Pace! O prenci! Ah!
Sia pace ancor, sia pace ancor!
O prenci, la pace retorni nel cor!
Sia l'ira placata, sia spento il furor!
Pace nel cor! Tregua al furor!
Pietà, pietà, della nostra città
Che tanto duol contrista già! Pace!
CREONTE
Iniqua e l'accusa che piomba su me!
O popolo e falsa, e falsa mio Re!
Se puro innocente io debbo morir,
Il sangue mio cadrà su te!
Non teme la morte chi colpa non ha!
Disonor e la colpa, ma non il morir!
Non vo pietà, lo chiedo justizia, non voglio pietà!
Ingiusta e quell l'ire che accende il mio Re!
Puro è il mio cor! Puro è il mio cor!
Le mie innovenza provare sapro!
Io non tramai contro il mio Re!
TIRESIA
D'Apollo son servo che guidica Il Re!
Segnata è tua sorte, piu scampo non v'è!
Del l'ira tua folle io sento pietà!
Io sento, O Re, di te pietà!
Tra breve il mistero squarciato sarà!
L'infelice sapra quell che il Nume segno.
Quanta pietà! Il fato tremendo fia scende su te!
Fia scende la notte tremenda su Re!
Scampo non v'è! Scampo non v'è!
Apollo vuole tal fato compir!
Non contrastar il sup voler!
EDIPO
Entrambi vi danna Edipo a morir!
Il Re non ha di voi pietà!
Indame chi trama a danno del Re!
Contro me, contro me!
Traditor, traditor! Non ho pietà!
Io vendico Tebe se vendico il Re!
D'inganni di frodi o vile orditor!
Vile ordotor! La mia vendetta tardar non potrà,
V'attende negro l'orco già!
O guardia! O guardia! In catene! Traditor!]
[A morte! A morte! - (Orch. score) ]
(le guardie si gettano su Creonte e Tiresia e li incatenano)
(Un suono di arpe, un lieve sussurrare di ancelle - come un coro a
bocca chiusa - come un'oasi nel clamore e nell'ira. Giocasta esce dalla
Reggia.)
CORO:
La Regina! La Regina! [Giocasta! - Orch. Score]
[Edipo: Giocasta! -Vocal score]
(Silenzio immobilità- Fra le ancelle che suonano arpe accompagnando
quasi il suono con accordi vocali, Giocasta scende la gradinata. Edipo si
porta in fondo alla gradinata ad attenderla)
(Coro di donne [a bocca chiusa]. Edipo s'inchina e in
quell'instante Giocasta scorge gli incatenati.)
GIOCASTA:
Tu, Creonte! In catene! Il fratel mio! Il fratel
mio! Dimme perchè! Creonte parla! Error fu questo certo! Deh! Per gli
Dei taglietemi dal cor l'angoscia. O Sire! O fratel mio! Parlate, vi
prego, parlate!
[Parlate, ahimè! Rispetta me nel fratel mio! Rispetta il duol che avvolga la città! Ritorni il cor sereno, un tanto errore Serenamente giudicato sia! L'ira e malvaggia consigliera, o Sire! Se alcuna prova no ha tu!]
EDIPO: A tramar contro me per usurparmi il regno Con
questo mago tessitore di frodi lo colsì!
CREONTE: Infamia! Se innocente non sono dall'accusa, Bene
non goda più, Sacro alle Erinni furibonde io muoia!
GIOCASTA: Rispetta un tanto giuramento, Edipo.
EDIPO: Questo complice suo, o mia Regina Innanzi a Tebe
tutta m'ha chiamato Uccisor di Laio!
GIOCASTA: (Con sarcasmo) E conscio ei stesso esserne
dice? O come tal novella apprese?
EDIPO: Del futuro dei misteri divinator si vanta! Arte
profetica tanta accusa sorregge!
GIOCASTA: Sgombra l'anima sia d'ogni tema, d'ogni
pensier! Le profezie son come foglie: rapide volano via, Svaniscono
per sempre all'aure della verità! Ferma prova io vidò che in tutti pace
apporterà, Fratello, sposo! A Laio oracol venne un dì Ch'egli
traffita dal figlio suo sarrebe statta, E invesce come fama ne corse,
cadde Laio Trafitto da ladroni in mezzo a un trivio.
EDIPO: Come dicesti o donna? In mezzo a un trivio?
GIOCASTA: Sì.
EDIPO: Dove?
GIOCASTA: In quella terra che Foccide si chiama.
EDIPO: Ed in qual punto?
GIOCASTA: Dove hanno capo le vie di Delfo e di Daulia.
EDIPO: (concitato:) Quale aspetto ave a Laio, quanta
l'etade?
GIOCASTA: Alto, maestoso. lieve ne vischio di canzie tinge or
gli il capo.
EDIPO: Era con pochi o conducea da Re seguito molto?
GIOCASTA: Eran quattro e un araldo.
EDIPO: E un cocchio solo?
GIOCASTA: Un cocchio solo.
EDIPO: Donna, chi l'annuncio fatal portò?
GIOCASTA: Un servo all'eccidio scampato.
EDIPO: Nella Reggia egli or vive?
GIOCASTA:
Non più - quando egli vide te Cingere di Tebe la
corona, le mani toccommi E supplice mi chiese d'esser mandato ai
campi.
EDIPO: Dimmi, rintracciarlo si può?
GIOCASTA: È facil cosa.
EDIPO: (a Creonte e Tiresia) Liberi siate finchè il
pastore qui non venga!
(Le guardie liberano dalle catene Creonte e Tiresia, che lentamente
si allontanano.)
EDIPO: (al Coro: ) E voi tutti! Correte a
rintracciarlo!
(Il Coro si dilegua da ogni parte rapidamente. La piazza resta
deserta. Edipo è sconvolto.)
GIOCASTA:
[Edipo! Edipo!]
Sire! Smarrita io ti riguardo.
EDIPO: Parla; nacque un figlio da te, da Laio?
GIOCASTA: Sì, ma dopo sol tre giorni che fu nato Per tema
dell'oracolo il Re uccidere lo fece.
EDIPO: Ah! Questi oracoli profetizanti il figlio uccisor
Del padre nel le corti spesseggiano.
Sopra me pure tal minaccia
pesa. Nere nubi s'addensano E offuscano la mente! A me fu padre Polibo
di Corinto e genitrice Merope Doriense. Un giorno, al desco, un
convitato preso dal vino Osa me dir figlio raccolto per pietà.
L'ira contenni! A Delfo andai.
L'oracolo non volle rispondermi
suciò.
Mi disse esser destino che uccidessi il mio padre,
Esser destino sposare la mia madre! Attonita fuggii dalla Corintia terra.
Giunto nella Focide a un trivio Ove le strade di Delfo e di Daulia
si riscontrano, Vedo un cocchio venir: qualtro e un araldo lo
montano, Fra loro un uom canuto. [Dalla strada tenta Il cochio sbalzaemi! Il guidator
M'insulta! ] Io lo percuoto!
L'uom canuto prende
una sferza e sul volto mi dà!
Un colpo e morto ei cade!
Mi si
accentano tutti! Tutti uccido, salva un solo la fuga!
O donna, pensa se
l'uccisor di Laio io fossi! Orrenda sorte!
[Ramingo andar, andar da Tebe in bando. Questa terra lasciar che Re mi elesse! E ti lasciar, lasciar la sposa, i figli, Tutte le gioie mie abbandonare; Ne toccare potrei la patria terra Per tema del l'averso fato crudel! Ah, chi di me più misero? Me stesso condanni! Patria, famiglia, amor, Tutto qui nel mio regno A me stesso negato Per mio voler a me, a me sarà!
GIOCASTA: (teneramente:) Edipo! Edipo! Non
temere, il pastore verrà, che da ladroni Laio fu ucciso a te dirà, O
Edipo! Svanniranno dall'alma le negre nubi al fine E la dolce pace
al Redolente ritornerà! Ah, riposa, mio Re, su questo corc che t'ama!
| E fra le mie carezze teneramente trovi pace l'anima ognor! |
Pace! Serenità! Pace! Pace! | |EDIPO: |Pace al Re che
soffre! Serenità e pace |Al Re che soffre! Serenità, al Re che soffre!
(Trombe di Araldi— Edipo si alza; dall'alto sulla collina appaiono
Ambasciatori. Gli Ambasciatori scendono velocemente. Guardie del palazzo
si avvicinano ad Edipo, come per prendere ordini.)
IL CORINTIO: (alle guardie:) Ditemi o buoni: dov'è
la Reggia del Sire Edipo?
EDIPO: Quella è la Reggia e il Sire Edipo, io sono.
IL CORINTIO:
(saluta inchinandosi
profondamente:) Salute al Re! Io vengo da Corinto.
EDIPO: E che ne rechi?
IL CORINTIO:
Ferale novela! Il nostro Sire Polibo è morto!
EDIPO: Stranier che dici? Polibo morto?
IL CORINTIO: Morto!
EDIPO: O padre! O padre! Morto lontano e solo!... Il Sire
Edipo or non Sire ma figlio, Piange—piange!
(Seduto poggia il capo sul seno di Giocasta e con le mani si copre
il volto. Pausa. Tutti rispettano il dolore del Re..)
IL CORINTIO: Insieme alla ferale novella, un altra lieta io
ne porto.
EDIPO: Una lieta?
IL CORINTIO:
Sì. La corintia gente te acclama Re per la
salvezza sua.
EDIPO: Ricuso. No! Non voglio!
IL CORINTIO: Sire! La patria mia da te attende immensi
benefici!
EDIPO: Se la morte di Polibo di strugge in una parte la
profezia di Delfo,
Ben altro resta più atroce e infame!
Unirmi con
la madre! No! L'oracolo non voglio disfidar!
IL CORINTIO: E questo solo ti trattiene da cingere in Corinto
la regale corona?
EDIPO: Questo solo.
IL CORINTIO: Amor di patria! A te io faccio dono di un
segreto che qui debbo svelare. Vieni a Corinto libero e sicuro!
Non
temere l'oracolo o Signore! Figlio non sei di Merope e di Polibo!
EDIPO: (tragico:) Messaggero che dici?
IL CORINTIO: Il vero!
EDIPO: Il vero? ... La prova!
IL CORINTIO: Io stesso a Polibo donai te fanciullo!
EDIPO: Trovato?
IL CORINTIO: No! Donato da un pastore che ucciderti dovea su
questi monti!
EDIPO: Di qual casa il pastore?
IL CORINTIO: Del la casa di Laio! Altro non so!
(Senza una parola, Edipo e Giocasta - che erano uniti - con un
brivido si scostano l'uno dall'altra tremanti, sconvolti; si guardano
ambedue, arretrano di qualche passo senza una parola, mentre da lungi
giungono le voci della folla che non debbono però turbare il tema musicale
che discriverà l'atroce silenzio tragico cheincombe sulla scena.)
CORO: Al Re il pastore! S'adduca al Re! Ecco il
pastore! Al cospetto del Re! O Re!
(Il Coro entra in scena. Al cospetto di Edipo la folla tace di
colpo. Edipo sensa una parola affera il Pastore che tremante è innanzi a
lui e lo mostra al Corintio. )
EDIPO: (con voce trasformata) È questo?
IL CORINTO: (lo guarda) È questi!
EDIPO: Un fanciullo sui monti a lui donasti?
IL PASTORE: (tremando:) Sire!
EDIPO: (con voce spaventoso:) Rispondi!
IL PASTORE: Lo donai!
EDIPO:
Da chi, perchè ti fu affidato?
IL PASTORE: Dai genitori suoi che per timore di avversi
oracoli Farlo uccider voleano! N'ebbi pietà!
EDIPO: (calmandosi, terrorizzato:) E i genitori?
IL PASTORE: Giocasta e Laio!
EDIPO: E sei tu lo scampato alla strage di Laio?
IL PASTORE: Io sono, o Sire!
EDIPO: (quasi senza voce:) Tu riconosci il regicida
in me?
(Il Pastore abbassa la testa annuendo. )
GIOCASTA E EDIPO: (un grido atroce:) Ah!
(Il grido della Regina che fugge si unisce al grido di Edipo.)
EDIPO: Oh luce! Oh luce! L'ultima volta questa sia ch'io ti
vegga! Tenebre! Orror! Maledizione a me!
(Fugge nella Reggia. Il popolo concitatamente commenta. Tonante
echeggia dall'interno la voce di Tiresia, seguita con angoscia e
consternazione dal popolo in ascolto.)
TIRESIA: (Dall'interno:) Edipo Re!
Figlio e
sposo alla donna ond'egli è nato! Uccisore del padre! Dei propri
figli padre e fratello! Edipo Re!
CORO:
Ah! Orror! Non potrebbe il mare questa Reggia lavar
Di quanti asconde, obbrobri! orror! Sventura, o Tebe! Sventura!
(Il Coro si disperde. Il cielo si va sempre più oscurando. Bagliore
di fulmini. La furia degli elementi della natura si scatena paurosamente,
mentre nella reggia l'immane dramma umano, spietatamente voluto dal Fato,
si conclude nella sua terrificante tragicità.
Edipo esce brancolando—il volto sanguinoso—gli occhi spenti.) EDIPO:
(quasi singhiozzando:)
Oh, notte orrenda!
Oh, notte eterna!
Nera! profonda! Ogni vision cancella da
me!
L'ultima ancora, quella della regina, della madre, della sposa
straziata;
Il collo stretto da altorta fune ondeggiante
Dall'allto nel mezzo della stanza atrocemente impura!
Un volto
umano ed ogni umana cosà come mirar?
Profanatore degli amori più
soavi,
Agli umani più cari? Tutto avvolgete, o tenebre!
Nulla
vedere! Nulla udir potessi, solo il ruggir dell'anima sconvolta,
E
passare tra i vivi come un'ombra
In sofferenza eterna espiando!
Espiando!
O Tebe! Addio! Cielo di Tebe sereno torna!
(Escono le figlie con Creonte)
L'infettator della cittade, Edipo, per sempre fugge, Per sempre
scompare nelle tenebre! Addio!
(Si avvia. poi si ode singhiozzare.)
Chi piange là? Chi piange nella Reggia?
Voi siete o figlie! Chi
v'accompagna? Sei tu, sei tu!
Il nome tuo non posso dire senza invocare
perdono!
(Creonte con un gesto manda le figlie a Edipo. Esse, si inginocchino
ai suoi piedi piangendo. Edipo posa le mani sopra le loro teste e le
accarezza.)
Miei poveri fior, Per voi non più sole! O bianche colombe È chiuso
il ciel ai vostri vol! Ismene soave, Antigone bella, Un'ultima volta
ancor io v'accarezzi qui!
(Vorrebbe abbracciare le figlie, ma—come atterrito—bruscamente si
ritira.)
Che gridi, o Apollo!? Sì! T'ascolto! T'ascolto o
inesorabile! Contesso è a Edipo carezzare le figlie Con le mani
fraterne! Orror—Orror—Orrore!
Io t'obbedisco, O Nume, e vado e parto. Creonte! Tutta la mia vita
ti lascio! O mie dilette, obliate il padre!
Ah! O notte orrenda, o notte eterna,
Nera, profonda avvolgimi [nel
tuo manto,
O notte! - Orchestral score]
[Per sempre, per sempre! - Vocal score]
(Così dicendo si allontana indietreggiando e si avvia per la salita;
cade... si rialza. Creonte dolcemente ha rialzato le figlie che tendendo
le braccia verso il padre si avviano verso la Reggia e sostano sulla
scalinata. Edipo scompare. Le figlie cadono a terra in pianto.)
|